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LE ROGAZIONI

LE ROGAZIONI

26 Dicembre 2011


Il nostro paese tende ormai a spopolarsi, i giovani sono pochi, ma soprattutto
non conoscono, perché nessuno glielo ha mai raccontato, quali sono state le tradizioni religiose o no, che hanno tenuto unita la popolazione rendendola partecipe di manifestazioni che coinvolgevano ed entusiasmavano tutti.
 Quando ci si basava prevalentemente sull'economia agricola, gli eventi naturali come la pioggia, la neve e la grandine avevano una grande influenza sull' andamento dei raccolti e quindi per propiziarsi una buona e ricca raccolta ci si rivolgeva a Dio mediante processioni fatte attraverso i campi, che si chiamavano ROGAZIONI ( Implorazioni ).
A primavera avanzata, quando la stagione cominciava a mettersi al bello e la natura era in pieno risveglio, arrivava il tempo delle Rogazioni.
 In quei giorni ci si alzava di buon mattino, si partiva in processione dalla chiesa e si faceva un lungo giro per strade, sentieri e campi.
In testa vi era il prete con i chierichetti, uno dei quali portava una croce e dietro tutta la popolazione. Il prete intonava particolari litanie ed il coro rispondeva a tono con devozione. Quando si arrivava in punti prestabiliti, che erano fissati da grezze croci di legno, la processione si fermava; allora il prete alzava la croce e rivolgendosi ai quattro venti (quattro punti cardinali) cominciava: " A fulgere tempestate " (ossia dalle folgori e dalla tempesta)
e tutti inginocchiati a terra rispondevano " Libera nos Domine " ossia
liberaci o Signore .
Poi in quell'aria pulita e gioiosa di primavera altre implorazioni:" A  peste, fame et bello ( dalle malattie e dalla guerra ) e la gente sempre rispondeva " Libera nos Domine ". Ed ancora " Ut pacem nobis dones" ( affinché tu ci doni la
pace ) " Te rogamus Domine )  ( Ti preghiamo Signore ). E così, ad ogni fermata, si andava avanti per alcuni minuti con questo fraseggiare in latino che tutti però capivano benissimo.
Le Rogazioni che si facevano nel nostro paese erano quattro: due più brevi: si partiva dalla chiesa parrocchiale, la prima fermata si faceva alla croce del " Fosso ", si procedeva lungo le vie del paese e si raggiungeva " u figo du moelo ", qui il prete dava la benedizione si proseguiva fino a raggiungere lr terre dell' " Olivo ", " la Serra " Il Bregonzo ", " Saricciola" si ritornava alla croce del Fosso e da lè in chiesa.
Le Rogazioni più lunghe erano quelle che raggiungevano la cima del monte Penna.
La partenza era sempre dalla chiesa e la prima tappa era sempre dalla croce nel " Fosso ", poi con un percorso abbastanza lungo si raggiungeva la croce a " Camparicò "e quindi dopo una dura salita si arrivava alla croce che si trova proprio sul crinale del monte Penna. Qui venivano eseguiti tante lodi a Dio e alla Madonna, con un tono così alto che il prete di allora "  don Giovanni "diceva : " CAntè, cantè forte donne che i ne sentan fin a Paivarma ". Al ritorno si raggiungeva S. Maurizio e qui veniva celebrata la messa, poi ci si fermava alla croce del " montetto ", lo sperone di roccia r bosco lungo la salita del cimitero, quindi attraverso il " Lavaccino,  il " monte " e ancora il Fosso si ritornava in chiesa.
 Oggi , a tanti anni di distanza, la narrazione di questo semplice rito, dovrebbe infondere nel cuore dei giovani che la vita è fatta " anche di sentimenti, di cose semplici, di amicizia e collaborazione.