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Brassè

Elezioni comunali 2016

29 Aprile 2016

 Cinque Terre - Val di Vara - Si avvicina la data del 5 giugno, ultimo giorno utile per la presentazione delle liste dei candidati alle elezioni comunali che richiameranno alle urne i cittadini di sette Comuni della provincia.

Tra questi c'è Beverino, dove il centrodestra cercherà di mantenere la poltrona di sindaco lasciata dal consigliere regionale Andrea Costa e oggi in possesso del primo cittadino Marco Cosini.
A correre alle Amministrative sarà l'attuale assessore Massimo Rossi, la cui candidatura è stata ufficializzata nelle settimane scorse.
Secondo le ultime voci, la sinistra e i simpatizzanti del Movimento cinque stelle stanno allestendo una lista che dovrebbe andare a sostenere il nome di Lorenzo Cimino come candidato sindaco.
Nessuna alleanza con il Pd, dunque, come nel resto dei Comuni al voto. Una situazione che sembra poter rendere più semplici le cose all'attuale amministrazione.
Il Pd, che punta a smentire queste previsioni, ha invece scelto di scommettere su Stefano Lambrosa, al quale abbiamo posto alcune domande.

Chi è oggi Stefano Lambrosa? Qual è stata la sua formazione, quali le esperienze lavorative e politiche?
"Ho 37 anni, sono cresciuto alla Spezia, anche se passavo molto tempo a Pignone nella casa dei miei nonni dove ora vivono i miei genitori. Dopo il Costa ho studiato Scienze della Comunicazione a Torino, poi un master a Milano. Le mie esperienze lavorative sono state tutte nell’ambito della comunicazione e del marketing territoriale, la mia specializzazione. Ho fatto anche esperienze diverse, in teatro e alla regia cinematografica ad esempio. Negli ultimi tre anni ho lavorato a Genova, per la Regione Liguria, allo Sviluppo Economico al fianco di un maestro davvero invidiabile quale è Renzo Guccinelli. Dall’anno scorso lavoro per una società che realizza efficientamento energetico. Sei anni fa ho comprato casa a Bracelli, il paese natale di mio nonno, una frazione del comune di Beverino dove vivo con la mia compagna e i miei tre cani. Dopo molto “girare” ho scelto di tornare alle mie radici nel luogo dove più mi sento a casa. L’impegno politico è sempre stato parte della mia vita, sin da giovanissimo quando ero rappresentante di istituto. A quattordici anni ho preso la tessera della Sinistra giovanile e ricordo bene quel giorno perché il seguente fu proprio quello in cui l’Ulivo vinse le elezioni per la prima volta. Da quel momento in poi ho sempre vissuto la mia vita in maniera politica, nelle mie scelte, nel quotidiano. Dopo i terribili giorni del G8 quando ho partecipato alle manifestazioni di Genova mi sono allontanato per la delusione ma evidentemente mi è impossibile restare a lungo senza schierarmi, senza partecipare attivamente".

A 37 anni, in un Comune che da oltre 10 anni è feudo del centrodestra guidato dalla figura del consigliere comunale Andrea Costa, perché ha accettato la sfida che le è stata proposta dal Pd?
"Ho accettato la sfida perché come ho appena spiegato non riesco a non impegnarmi, Beverino è il luogo in cui vivo, le decisioni prese dall’amministrazione ricadono sulla mia vita quotidiana e sono fortemente convinto che sia necessario cambiare rotta a questo Comune. Ci sono molte cose da fare e con una squadra di persone nuove, competenti, giovani e piene di entusiasmo riusciremo a lavorare bene. Posso dire che per carattere non mi spaventano le sfide, anche le più difficili. Negli ultimi anni a Beverino come spesso accade si sono pagati gli errori del passato ma credo sia il momento giusto per voltare pagina".

Beverino, Val di Vara. Un territorio che prima della crisi sembrava aver messo le ali per spiccare un volo carico di soddisfazioni in termini economici grazie al turismo e alla nascente cultura del biologico. Col tempo le cose si sono rivelate più complicate di quanto sperato. Come vede oggi la situazione del territorio di Beverino e della valle nel suo complesso?
"Io credo fortemente nella Val di Vara, girando l’Europa ho vista molti esempi di aree geografiche simili, penso alla Provenza, il Var o il sistema turistico della “Spagna verde”, che hanno saputo rilanciarsi e diventare punti di forza nel turismo, nell’economia e nella cultura. E’ una questione di messa a sistema delle qualità, di impostare una visione unica e non concorrenziale, di potenziare un territorio partendo dalla sua messa in sicurezza. Credo che spesso non serva neanche inventare, basterebbe guardarsi attorno studiando gli ottimi esempi che ci possono fare da guida. La tragica alluvione del 2011 che ha colpito quest’area, al di là della sua natura eccezionale, ha mostrato proprio come sia necessario cambiare l’approccio al territorio, partire dalla messa in sicurezza che vuol dire anche recupero del territorio, dei borghi abbandonati, delle coltivazioni, aiuti alle imprese e a quanti qui vogliono venire a vivere, a lavorare. Sicuramente la soluzione non sono gli outlet che tamponano solamente esigenze economiche a breve termine snaturando l’identità di questi luoghi".

Quali sono i punti focali del suo programma e le strategie per far sviluppare la comunità beverinese?
"Abbiamo definito un programma di cinquanta azioni chiare e precise che attueremo nei prossimi cinque anni. I punti focali del programma sono la salvaguardia e la promozione del territorio, dei borghi, delle frazioni, il supporto tecnico ed economico a chi qui vuole venire a vivere o a fare impresa, la valorizzazione delle eccellenze, dei prodotti locali, una maggiore condivisione del lavoro dell’amministrazione con progetti partecipati, assemblee pubbliche, questionari di valutazione periodici. Occorre potenziare i trasporti pubblici - ci sono frazioni dove gli autobus di linea non passano - aumentare la digitalizzazione della pubblica amministrazione: i cittadini devono poter usufruire di alcuni servizi senza recarsi fisicamente in comune. Per questo è necessario aumentare l’accesso a internet, il wi fi comunale gratuito, la rete adsl. Diminuire i consumi energetici pubblici, efficientare la pubblica illuminazione. Promuovere impianti ad energia sostenibile come le biomasse e il fotovoltaico. Puntare sul turismo lento creando una rete di circuiti ciclopedonali dotati di servizi, pulire i sentieri o purtroppo spesso ripristinarli, aumentare la cartellonistica e l’offerta per intercettare il turismo. Il mio sogno poi sarebbe realizzare una piscina comunale che possa essere di riferimento per tutta la Val di Vara".

Viabilità e cemento, qual è la sua posizione su infrastrutture come il ponte sul Graveglia a Vetrale e il progettto del casello della A12 a Beverino?
"Per natura e formazione, per il mio modo di viaggiare e di muovermi nel mondo non amerò mai il cemento e chi crede in questa soluzione. Certo è che la Val di Vara presenta una natura particolare: è la valle Ligure con meno abitanti per metro quadrato, il nostro polmone verde, e ha numerose zone difficilmente raggiungibili. Non abbiamo la ferrovia come ad esempio le 
Cinque Terre. Credo che in questo senso, in ottica turistica ma anche commerciale e di sviluppo ci siano soluzioni ecosostenibili che possono rendere il territorio più accessibile senza deturpare l’ambiente e il suo ecosistema. Quello che conta è il modo in cui si realizzano: avere una visione a lungo termine, utile alla comunità e rispettosa del territorio".

Lei sarà candidato a Beverino, è cresciuto a Pignone ed è di fatto spezzino di adozione. Trova che ci siano esperienze messe in atto dalle amministrazioni che si possono mutuare nel territorio beverinese?
"Ce ne sono molte, a La Spezia penso al piano strategico e alla realizzazione del centro storico che ha cambiato volto alla città sia da un punto di vista estetico che economico e culturale. Beverino soffre per sua conformazione problematiche simili. Frazioni come il Trezzo, Corvara e altre quali Castiglione o Beverino Castello, il nucleo originale, sono molto distanti tra loro, sono piccole comunità. Bisogna lavorare per ricreare il senso di una comunità unica, ritrovare “la piazza come luogo di scambio” attraverso iniziative culturali, condivisione di idee, incontri tra l’amministrazione e i cittadini. Alla Spezia il progetto sulla differenziata ha portato ad ottimi risultati, la nostra amministrazione realizzerà la raccolta porta a porta. A Pignone ho apprezzato molto la gestione delle eccellenze del territorio e la capacità di promozione culturale del paese. Gli orti di Pignone sono già un modello ed esempio conclamato di come si possa fare promozione territoriale in Val di Vara".

Nell'ultimo congresso i piddini di Beverino si sono dimostrati quasi totalmente pro Paita. Sul territorio quindi non sembra esserci rischio di spaccature in stile spezzino, nel caso di una vittoria della vostra lista. Come giudica le vicende delle ultime settimane e l'ormai cronica lotta tra correnti all'interno del Pd?
"Ho una innata repulsione per le lotte di bande e di fazioni interne ai partiti: gettano cattiva luce sul lavoro degli amministratori e fanno perdere tempo ed elezioni. I cittadini chiedono che la politica si concentri sui problemi reali. Sono per l’unità del partito, rispettando le differenze di punti di vista. Sicuramente posso dire che non mi riguardano".

Ha già in mente una squadra di governo o attenderà l'esito delle elezioni per fare le sue valutazioni?
"Ho in mente la squadra di governo ma ritengo doveroso un continuo confronto con chi mi accompagnerà in questo percorso per cui mi sembra prematuro parlarne ora".