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Brassè

Progetto

26 Luglio 2016

Per la Val di Vara sta passando uno degli ultimi treni per diventare davvero un territorio unitario. A manifestare il timore che se non si riuscirà a dare vita a una rete funzionante la valle sarà destinata a restare un vasto polmone verde frammentato è stato questa mattina Silvano Zaccone, ex sindaco di Pignone e presidente del consorzio "Il Cigno", che da anni lavora proprio nell'ottica di far riscoprire e valorizzare l'identità comune degli abitanti della Val di Vara e, in senso ancora più ampio, della Lunigiana storica. L'occasione è stata la presentazione del progetto "Scopri la Val di Vara" avvenuta nella sede della Fondazione Carispezia, che lo ha individuato tra quelli meritevoli di un contributo nell'ambito del bando "Cultura in rete". "È proprio per la capacità di fare rete a livello culturale e per la capacità di attirare il finanziamento di nuove risorse, che questa iniziativa coincide pienamente con le finalità del bando - ha detto il vicepresidente della Fondazione, Alberto Balbarini -. Inoltre riteniamo che possa avere una significativa ricaduta economica su tutto il territorio". "Il progetto è un esempio di ideazione dal basso, frutto del lavoro condotto nei mesi precedenti all'interno delle comunità locali e delle amministrazioni da un gruppo di giovani impegnate nel progetto Percorsi ideato dal Comune della Spezia. In questo caso quattro ragazze della Val di Vara, in accordo con il Consorzio "Il Cigno" sviluppando una ricerca sui bisogni e le aspettative anzitutto delle attività economiche, definiscono un percorso che dovrà portare entro un anno alla messa in rete di alcuni prodotti indispensabili per consentire un reale salto di qualità. Grazie al contributo di alcuni esperti dei vari settori - ha spiegato Zaccone - vengono individuati quattro ambiti di intervento: siti archeologici e piccoli centri museali, SIC (Siti di Interesse Comunitario), percorsi trekking ed itinerari culturali e tradizioni e riti. I quattro ambiti risultano sostanzialmente legati fra loro con l'intento di assicurare la fruizione di siti sia archeologici che di interessi naturalistici attraverso percorsi trekking ed itinerari culturali indagando al tempo stesso le tradizioni della intera valle. Il progetto si avvale, per realizzare un sistema a rete realmente fruibile, di una serie di esperti e studiosi dei vari ambiti che collaborano con il Consorzio. Il risultato atteso è la creazione di una guida bilingue, una mappa della valle con l'indicazione delle località e delle particolarità di maggiore interesse, di un portale per le prenotazioni di visita e la CARD di valle. Il progetto è preordinato alla creazione di opportunità di lavoro nel settore culturale e turistico per una fruizione integrata dei beni materiali ed immateriali della Val di Vara". Mara Bertolotto, sindaco di Pignone, ente partner del consorzio, ha parlato di un quadro normativo confuso e da rivedere, all'interno del quale ci si orienta con difficoltà nel tentativo di risolvere i problemi di comunità piccole che vivono lontano dai grandi centri abitati. "Cosa ci tiene insieme, se non identità? Per questo ritengo sia una gran bene il fatto che ci siano quattro giovani ragazze che ci credono e crescono". Due di loro, la consigliera comunale di Maissana, Elisa Lavagnino, e Claudia Parola, erano presenti all'incontro e hanno illustrato le loro intenzioni. "Nel settore della cultura e dell'archeologia la Val di Vara ha un patrimonio di grande valore, ma mancano le risorse per renderlo conosciuto e fruibile. Solo mettendosi insieme possiamo riuscire a farcela. Non ci manca niente, solo la capacità di fare squadra. Lingue straniere e nuove tecnologie saranno due dei cardini della crescita". Nei prossimi mesi, dunque, la Val di Vara vedrà nascere un calendario delle attività che contempleranno anche il turismo della terza età, organizzato insieme alle associazioni Anla e Auser, un impianto comunicativo in lingue estere, grazie al supporto di Altra Liguria, e un portale online realizzato insieme a Liguria news. "Il nostro scopo - hanno spiegato i responsabili del progetto - è quello di diventare la porta per far entrare le persone in Val di Vara. Anche mettendo in rete le produzioni agricole, grazie a Slow food. La missione del Consorzio Il Cigno La creazione di una "rete della identità ligure" fra enti, associazioni e privati interessati alla riscoperta dei valori e della cultura del popolo del Cigno, gli antichi Liguri, rappresenta il risultato dell'incontro di appassionati, studiosi e "curiosi" di storia locale nel convincimento comune che le civiltà preromane della nostra penisola costituiscono un momento di storia patria da analizzare ed approfondire con rigore scientifico. Un dovere morale, una missione per la società d'oggi , carente di memoria storica, appiattita spesso su stereotipi inutili e dannosi . Accanto ai più conosciuti Etruschi e Celti fanno il loro ingresso, sulla scena complessa dei rapporti fra popolazioni vissute prima della nascita di Roma, genti sconosciute ai libri di storia, oggetto molto spesso di indagini e ricerche specialistiche, riconducibili ad una ristretta cerchia di studiosi e ricercatori. È il caso dei Liguri, il più antico popolo pre-romano . Nell'estate 2003, grazie a Lorenzo Marcuccetti, studioso versiliese dei Liguri Apuani e ricercatore della loro lingua "perduta", l'allora Sindaco di Pignone Silvano Zaccone entra in contatto con il il Prof. Renato Del Ponte. Nascerà l'idea di un lavoro complesso quale la creazione di una rete della identità che vedrà l'anno successivo l'apporto di Marcello Schiaffino, a quel tempo Sindaco di Levanto, cittadina della riviera spezzina. Schiaffino solleciterà la nascita di un vero e proprio Consorzio nel quale far confluire in modo organico enti locali, associazioni e privati interessati al progetto. Nell'autunno del 2003 nasce un comitato promotore composto da alcuni Comuni della provincia della Spezia cui si uniranno più tardi le due Comunità Montane della Vai di Vara e il Comune di Podenzana. Fra le prime adesioni quelle dei Comuni di Carro, Brugnato e Calice al Cornoviglio e successivamente di Ricco' del Golfo, Vezzano Ligure e Follo. Fra il 2004 ed il 2008 stimolante e decisivo è l'impulso delle Pro Loco della provincia spezzina e dell'UNPLI provinciale cui si uniranno successivamente il CAI ed altre associazioni operanti sul territorio, che consentiranno la pratica realizzazione di incontri, convegni , tavole rotonde e viaggi di studio. Con la nascita del Consorzio avvenuta alla fine del 2008 sono gettate le basi per la realizzazione della "rete della identità" che vedrà estendere i propri contatti ben al di là della Lunigiana storica. La creazione della rete che sta alla base della nascita del Consorzio visto come strumento e braccio operativo dell'intero progetto rappresenta l'obiettivo finale, di grande valenza anzitutto culturale ma anche economica, di territori fra loro legati da un storia comune. Fra i numerosi progetti realizzati dal Consorzio in questi anni citiamo a titolo esemplificativo quello sulla genetica delle popolazioni nell'area apuo-lunense avviato otto anni orsono in accordo con il Dipartimento di Biologia della Università degli Studi di Pisa, i gemellaggi fra scuole della provincia spezzina e l'Alto Sannio, le numerose collaborazioni con istituzioni scolastiche, enti ed associazioni per far conoscere e divulgare la storia del territorio, la raccolta fondi per il restauro dí opere d'arte ed a favore delle aziende agricole della Vai di Vara a seguito della alluvione del 2011. Per maggiori informazioni sul Cigno consultare il sito istituzionale www.consorzioilcigno.it e la pagina facebook.